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Baranzoni, S. (2024). Anticipo e ritardo. Le epoche della tecnica nella losoa di Bernard
Stiegler. Cuestiones de Filosofía, 10 (35), 59-80.
https://doi.org/10.19053/uptc.01235095.v10.n35.2024.17135
dimensione umana o da una serie di discorsi morali volti a giudicare la
correttezza o meno di un relazionamento che di fatto procede sempre a senso
unico (è l’umano che si relaziona con la tecnica; è dunque a partire “dall’uso
che ne fa” che si possono distinguere comportamenti buoni o cattivi). Ma
anche qualora considerassimo esatta la comprensione della tecnica come
strumento, ciò non direbbe nulla della sua essenza (Stiegler, 2023, p. 56). Ecco
che il ritardo della losoa diviene allora recidivo, dato che quest’ultima, nel
corso del tempo, si è mostrata come abbiamo detto piuttosto incapace –salvo
rare eccezioni– di riconoscere tale difetto e, di conseguenza, di comprendere
le trasformazioni tecniche in atto. Allo stesso tempo, la losoa ha anche
evitato di confrontarsi con le condizioni tecniche reali del suo farsi, ossia
con i cambiamenti epistemici necessariamente introdotti dalla modicazione
dei supporti della conoscenza, fallendo, in parecchi casi, nel produrre un
pensiero degno del presente.
Ora, il ritardo nella comprensione di tali questioni tecniche non è soltanto
proprio della losoa ma di ogni tipo di sapere, dal momento che, sempre
seguendo la teoria di Stiegler, la formazione e lo sviluppo dei saperi si legano
da sempre ai cambiamenti tecnici, che ne modicano non solo i contenuti,
ma anche le forme e, appunto, le condizioni di (ri)produzione. In un certo
senso, aerma Stiegler, è proprio tale ritardo nella comprensione di ciò che
accade a determinare la crisi presente, una crisi che è innanzitutto del tempo,
e in esso dell’avvenire, mai come oggi percepito in relazione con una sorta
di impossibilità (p. 45): l’impossibilità, appunto, di determinare una nuova
epoca del sapere e della società in risposta all’obsolescenza dei sistemi
precedenti. Per far fronte a tale crisi è dunque necessario un cambiamento
radicale di prospettiva, in primo luogo per non ripetere gli errori strategici
accumulati nel tempo, ma anche per “svecchiare” alcuni concetti e discorsi
che sono sembrati validi in altre circostanze, in quanto pensati in relazione
a problemi e necessità allora attuali ma oggi, sicuramente, mutati. È il caso,
ad esempio, del pensiero di Heidegger: se in eetti molta della losoa di
Stiegler è debitrice, nel suo discorso sulla tecnica, di alcune formulazioni
heideggeriane, non esita certo, allo stesso tempo, nel riutare alcune delle
opposizioni che il losofo tedesco istituisce. In particolare, quella che
vedrebbe una temporalità autentica distinguersi da un tempo tecnologico, e
dunque un soggetto umano (il “chi”) dalla tecnica in quanto oggetto (il “cosa”).
Secondo Stiegler, invece, il chi è sempre già anticipato dal cosa, in quanto il